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sabato, Luglio 6, 2024
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Investimenti: ecco uno stile value che da anni batte l’S&P 500

Uno degli stili di investimento più deludenti degli ultimi anni è stato indubbiamente quello legato al mondo delle azioni value, ovvero le azioni facenti capo a società quotate in Borsa con fondamentali di bilancio particolarmente sottovalutati. Stile value solitamente messo a confronto con il ben più performante (almeno negli ultimi anni) stile growth.

Ma siamo veramente sicuri che è così? In linea generale, ovvero andando ad osservare i classici indici MSCI, è effettivamente vero. Se però ci affidiamo a stili alternativi scopriamo cose interessanti. Anzi scopriamo uno stile value che ha battuto l’indice S&P 500 negli ultimi 5 anni. Sorpresi? Ora vi spiego con quale strategia questa cosa si è effettivamente concretizzata.

Per guardare il “value” dalla parte giusta dobbiamo andare nel mondo del CAPE di Shiller, ovvero quella metrica che misura il rapporto tra prezzo e utili aggiustata per i cicli economici. Ossiam Shiller Barclays CAPE Us Sector Value è un ETF dalla buona consistenza a livello di masse (oltre 600 milioni di euro), a replica sintetica e sicuramente non conveniente lato costi (0,65% all’anno contro lo 0,07% dell’ETF iShares S&P 500). Ma pur costando 10 volte di più, questo ETF ha ottenuto negli ultimi 5 anni una performance dell’86% contro l’80% dell’indice S&P 500. Distacco che si conferma anche sull’orizzonte tre anni.

Attenzione però alla replica dell’indice. Essendo a replica sintetica questo ETF non vede applicata infatti la doppia tassazione sui dividendi USA che invece viene applicata nel caso di ETF a replica fisica che deve quindi fare i conti con un po’ di performance annua persa per strada a causa di questo fattore.

 

ETF di Ossiam: ecco come ha battuto l’S&P 500

Quali sono le caratteristiche dell’ETF di Ossiam che possiamo sicuramente considerare a gestione attiva? L’indice Shiller Barclays CAPE® US Sector Value Net TR Index riflette la performance di un’esposizione lunga dinamica a 4 settori azionari statunitensi selezionati qualsiasi mese in destinazione del loro rapporto proporzionato CAPE (Cyclically Adjusted Price Earnings) e delle variazioni di prezzo nei 12 mesi precedenti. A ciascuno dei quattro sub-indici selezionati è assegnato lo stesso peso (di norma il 25%) ad qualsiasi ribilanciamento.

In pratica l’ETF concentra il suo investimento su quattro settori specifici (che alla scadenza di redazione di questo articolo sono comunicazioni, beni voluttuari, materials e finanziari), di fatto scommettendo in modo attivo sulla overperformance di questi settori rispetto alla ripartizione classica e più diversificata dell’S&P 500.

 

 

Le azioni in portafoglio riflettono questa politica di gestione. Facebook e Amazon sono i primi titoli in portafoglio con il 6% a testa, seguiti da Linde e Tesla con il 5%. Società che già ci fanno capire che stiamo trattando di uno stile value non esattamente in linea con le classiche interpretazioni che si fanno di queste azioni. Dal lancio, ovvero dal 2015, l’ETF ha comunque ottenuto un rendimento annualizzato del 13,9% contro il 12% dell’S&P 500, con una volatilità simile (19%).

Abbiamo quindi scoperto all’interno della ricchissima offerta di ETF a gestione attiva, se nell’attiva consideriamo anche gli smart beta, una strategia che è stata capace non solo di battere l’indice sovrano della Borsa americana, ma soprattutto di ottenere risultati sicuramente superiori agli indici value più tradizionali che invece arrancano ancora nelle retrovie da anni. Un esempio su tutti. L’ETF UBS MSCI Value in 5 anni ha raccolto il 75%, sicuramente meno dell’ETF di Ossiam (+135% dati al 26.12.2023).

 

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